martedì 14 febbraio 2012

L'agricoltura eco-consapevole


Lo so, è ancora inverno, c'è ancora tantissima neve (anche se qui ce n'è pochissima) e l'orto dovrebbe essere l'ultimo dei pensieri. Però oggi ho voglia di scrivere di questa particolarissima forma di agricoltura, ideata da Sergio Abram, che si basa sulla creatività, lo studio dell’ambiente, il rispetto della vita e della Terra, un'agricoltura in cui viene favorita un’attiva sinergia tra gli esseri viventi e l’ambiente, ottenendo un'elevatissima biodiversità per creare un equilibrio dinamico, senza alcun trattamento e con il minimo impiego di attività lavorativa e colturale. 

Questa forma di agricoltura va ad affiancarsi all'agricoltura sinergica di Emilia Hazelip e all'agricoltura naturale (o agricoltura del non-fare) di Masanobu Fukuoka, condividendone seppur con le dovute diffrenze gli stessi principi di base: il terreno non necessita di lavorazioni, va tenuto coperto, non è necessario aggiungere sostanza esterne, va incrementata la biodiversità.
Se Fukuoka vedeva nell'agricoltura un modo per perfezionare l'uomo e una via di ricerca interiore, per Sergio è un modo per sviluppare il nostro pensiero creativo (infatti lui la chiama anche "agricoltura creativa della mente" o "agricoltura degli Dei"). 
Ogni cosa in cui crediamo o di cui abbiamo paura, influenza la nostra realtà, anche quella del nostro orto. Passiamo le giornate a controllare che non ci siano afidi sulle nostre piante? Abbiamo paura che le arvicole o le talpe ci rovinino l'orto? Attenzione a quello che pensiamo, potrebbe essere la via più veloce per rendere tali pensieri reali...

Usando le parole di Sergio, nell' agricoltura eco-consapevole:
Si realizza all’inizio per non fare poi.
Si opera su diversi livelli di consapevolezza, secondo il grado di cognizione delle persone interessate alla cultura della Terra.
Si sperimenta la comprensione, l’accettazione e l’amore per la Natura, al fine di comprenderla e per goderne le bellezze e le manifestazioni.
S’impara ad aprire la mente e a focalizzare il pensiero.
S’impara a operare consapevolmente e armoniosamente, senza ricorrere all’impiego di trattamenti con fitofarmaci, con concimazioni e con azioni di prevaricazione, con la consapevolezza che noi siamo i creatori degli universi, ma che ora la Natura abbisogna della nostra accettazione, della nostra comprensione e del nostro amore.

Mi sembra che queste parole dicano tutto.

Nelle prossime settimane vi racconterò altre cose di Sergio Abram, ma se intanto volete maggiori informazioni su di lui e sul suo pensiero, potete leggere qui

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