venerdì 4 dicembre 2009

Pappe e medaglie


Uno dei motivi per cui non sono mai andata volentieri al consultorio pediatrico (per le pesate o altro) è che faccio molta fatica a confrontarmi con certi discorsi che a me, scusate la franchezza, proprio non tornano. Tipo: "devo andare a casa, perchè lui alle 12 in punto mangia le pappe, ha 4 mesi e mezzo eh!". Come se fosse chissà che conquista dar le pappe a quell'età. Mica ti danno la medaglia!
Voglio dire: nulla in contrario se un bambino viene svezzato presto se la mamma inizia a esser troppo stanca per l'allattamento, o se non può più allattare perchè deve prendere dei farmaci o altri giustissimi motivi. Ma farlo con questo spirito di competizione, del tipo "io sono più brava perchè l'ho fatto mangiare pappe prima degli altri", questo no, non lo condivido. 

A dire il vero, ultimamente questi discorsi mi sembra di sentirli più del solito, e devo essere sincera: quando li sento, mi guardo attorno con aria assente. Ogni tanto mando qualche sguardo sconsolato al bambino, che ricambia con aria altrettanto desolata.
E' vero, allattare costa fatica, tanto tempo e atteggiamento mentale giusto. Certo non si può e non si deve pretendere che tutte le mamme seguano le indicazioni dell'OMS rispetto alla durata dell'allattamento, che è consigliato almeno fino ai 6 mesi di età, ma mi intristisco quando si parla di questa esperienza meravigliosa come di qualcosa riservato ai neonatini e da superare il prima possibile. 

E soprattutto mi chiedo quali messaggi vengano veicolati dai mezzi di comunicazione, dagli operatori sanitari, dalla gente rispetto all'importanza dell'allattamento.

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