giovedì 27 ottobre 2011

Food, Inc.

Pensate davvero di sapere cosa mangiate? Dopo aver visto questo film, come dice il sottotitolo, non guarderete più il vostro cibo nello stesso modo.
Food, Inc. è un documentario del 2008 diretto da Robert Kenner, che fa vedere quanto accade all’interno dell’industria alimentare americana e svela il meccanismo, davvero molto perverso, che sta dietro alla produzione di massa di cibo.


In realtà è un film che è rimasto abbastanza sconosciuto, anche se ha avuto parecchi premi  (una nomination agli Oscar nella categoria dei documentari, il premio come miglior docu-film al 2009 Indipendent Gotham Awards (New York) e la "Chiocciola d'oro" come miglior docu-film allo Slow Food On Film) e parla di una cosa che importa a tutti, il cibo. Ma forse proprio per questo non è stato tanto pubblicizzato…

Il regista, nella sua inchiesta, segue tutta la catena della produzione. All’inizio va dagli allevatori, la maggior parte dei quali non vuole parlare per paura che il loro contratto per la fornitura con le grosse industrie venga chiuso. Solo una produttrice, stanca per come vanno le cose accetta di parlare (il suo contratto verrà in seguito chiuso per quanto ha dichiarato nel film). 
Racconta e soprattutto fa vedere le condizioni pietose in cui vengono allevati i polli (capannoni bui, con ventilazione forzata), nutriti con antibiotici per farli crescere più velocemente e poter avere un pollo con tanto petto in 49 giorni, al fine di accontentare le richieste del mercato. 
E fregandosene delle condizioni degli animali, del rispetto dell’ambiente, della salute dei lavoratori (l’allevatrice in questione a causa del suo lavoro ha sviluppato un’allergia a tutti gli antibiotici sul mercato).

Il regista poi prosegue nella sua inchiesta, per arrivare a rispondere a questa domanda: perché un hamburger, che è un prodotto trasformato, con tanti ingredienti e lavoro dietro, costa meno di un kg di carote? 
La risposta è semplice: colpa delle sovvenzioni date dal Governo all’agricoltura, che hanno spinto a coltivare mais e a venderlo a bassissimo prezzo. E vi risparmio tutto il giro di intrallazzi e interessi personali che stanno dietro a queste sovvenzioni.
La richiesta di carne è altissima in USA e quindi gli allevatori intensivi hanno interesse ad alimentare con mais gli animali per guadagnare di più.
I costi sociali e sanitari sono immensi: famiglie povere trovano più conveniente cibarsi di hamburger che comprare verdure, con il conseguente aumento del numero di obesi e diabetici, soprattutto tra i cittadini meno ricchi. Le famiglie mangiano hamburger perché non possono permettersi altro, ma poi si ritrovano a dover spendere 150 dollari al mese per farmaci contro il diabete e altro.

Inoltre, invece che rendere il processo di produzione del cibo più sicuro, per assurdo con l’aumento delle dimensioni di macelli e industrie, si sono moltiplicati i casi di intossicazione.
Avete presente l’epidemia di Escherichia coli che c’era stata qualche mese fa? In USA di epidemie ce ne sono praticamente ogni anno, proprio a causa degli allevamenti intensivi che utilizzano il mais come alimento, favorendo la diffusione del batterio (nel film viene spiegato come mai un animale allevato con mais “elimina” più batteri attraverso i propri escrementi rispetto a un animale alimentato con erbe e fieno, e come questi batteri finiscano poi nella carne che arriva al supermercato o nella terra che viene concimata con quel letame). 

Ma ovviamente, c’è una soluzione per tutto. E non è certo quella di migliorare le condizioni di allevamento, che sarebbero più sane per la gente ma meno remunerative per le industrie.
La soluzione, che viene mostrata con fierezza da un responsabile di una di queste fabbriche di cibo, che assomigliano a delle centrali atomiche, è aggiungere l’ammonio alla carne. Eh, l’ammonio uccide il batterio incriminato! Una genialata! Peccato poi che questa roba si debba mangiare…

E poi la Monsanto, che trascina in tribunale, rovinandoli, tutti gli agricoltori che mettono da parte i loro semi per ripiantarli e anche chi di lavoro fa il pulitore di semi (mettete da parte e scambiate semi, gente, prima che questo sistema arrivi anche da noi!).
Ovviamente né la Monsanto né nessuna delle altre grandi industrie alimentari ha accettato di farsi intervistare per il film.

Forse è proprio questo che mi ha inquietato di più: sapere che ci sono quelle tre – quattro industrie che negli Stati Uniti hanno il completo controllo del cibo. E quando controlli il cibo…

4 commenti:

  1. Spaventoso. Semplicemente spaventoso! Ora mi cerco il documentario e me lo guardo! Sono proprio curiosa. Che tristezza però, che senso di vuoto. A volte mi chiedo in che mondo facciamo nascere i nostri figli,che prospettive diamo loro, ma poi, con un po' di coraggio, penso che siamo proprio noi mamme un po' "alternative" e alla continua ricerca della verità a doverli mettere al mondo, per gettare le sementi di un nuovo mondo, migliore!

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  2. Queste cose non dovrebbero nemmeno succedere...Il problema è che alla base c'è una gran carenza di informazione. Meno persone informate = meno persone indignate. Film come Food Inc. dovrebbero circolare ed essere diffusi il più possibile!

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  3. L'ho visto anche io... anzi ho il DVD e ogni tanto me lo riguardo per rinfrescarmi la memoria. Da quando l'ho visto cerco di fare tutto da me, di evitare i prodotti industriali e di acquistare direttamente dai produttori dove ne ho la possibilità.
    Il DVD è terrificante, dovrebbero farlo vedere anche nelle scuole!!!
    Un abbraccio
    Francesca

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  4. Infatti! Sarebbe proprio una bella cosa se lo facessero vedere nelle scuole, molto più istruttivo che certi altri film! E si creerebbe sicuramente molta più consapevolezza

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